Protesi all’anca: cosa sapere su intervento e riabilitazione
L’intervento di protesi all’anca assume un ruolo fondamentale nel percorso di salute e benessere degli anziani, poiché consente loro di riacquistare la libertà di movimento e di alleviare il dolore persistente non necessariamente dopo un trauma. Tuttavia, capita spesso che le persone coinvolte temano fortemente questo intervento chirurgico, seppur con l’avvento della tecnologia questo risulti essere sempre meno invasivo.
Proprio per questa ragione attraverso questo articolo ci proponiamo di analizzare nel dettaglio e di spiegarvi finalità e modalità dell’operazione, ma anche tutto ciò che concerne la fase di riabilitazione successiva.
Un percorso di qualità in ambito ortopedico già disponibile all’interno dell’offerta di Kormed, finalizzato a trattare le patologie di ginocchio e anca, sia traumatiche che degenerative. Grazie a una costante ricerca e alla sempre più crescente ottimizzazione delle metodiche, le tecniche di chirurgia di ginocchio e anca offrono infatti oggi una minore invasività ed un recupero più rapido, rispetto al passato.
Quando è necessario intervenire con una protesi all’anca?
L’intervento di protesi all’anca diventa una scelta inevitabile quando il dolore cronico e la compromissione della funzionalità dell’anca influenzano drasticamente la qualità della vita quotidiana degli anziani. Questa decisione spesso si rende necessaria in situazioni in cui l’osteoartrosi avanzata, la necrosi della testa del femore o gravi traumi ortopedici limitano notevolmente la capacità di movimento e causano disagio persistente.
In questi casi, l’intervento chirurgico diventa un passo fondamentale per ripristinare la mobilità, alleviare il dolore e migliorare complessivamente il benessere quotidiano del paziente anziano.
Come si svolge l’intervento di protesi d’anca?
Effettivamente come si svolge l’intervento di protesi d’anca? Come sempre sono la competenza e l’esperienza del professionista a fare la differenza. L’intervento di protesi all’anca è senza dubbio un procedimento che comporta diverse fasi. Prima di tutto, il chirurgo esegue un’incisione nell’area dell’anca per accedere all’articolazione danneggiata. Una volta ottenuto l’accesso, rimuove con precisione le parti danneggiate dell’articolazione, come la testa del femore e la cavità acetabolare. Successivamente, viene preparato l’osso rimanente per l’inserimento della protesi, levigandolo o modellandolo secondo necessità. La protesi stessa è costituita da componenti femorali e acetabulari, realizzate in vari materiali a seconda delle esigenze del paziente. Dopo aver posizionato correttamente la protesi e verificato l’allineamento e la mobilità dell’articolazione, il chirurgo sutura l’incisione. Infine, l’ultimo step dell’intervento protesi all’anca prevede che il paziente venga trasferito in sala risveglio per il monitoraggio post-operatorio.
Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi
L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.
Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.
Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.
Protesi all’anca: come viene effettuata la riabilitazione?
La fase di riabilitazione riveste un ruolo determinante nel garantire il successo a lungo termine dell’intervento di protesi all’anca. Un efficiente programma di riabilitazione individualizzato, attentamente supervisionato da professionisti sanitari specializzati, è progettato per aiutare il paziente nel recupero della forza, della flessibilità e della mobilità articolare. Questo programma comprende inoltre una serie di esercizi specifici, terapie fisiche mirate e un costante monitoraggio per assicurare una rapida e sicura ripresa, adattando il trattamento alle esigenze specifiche di ciascun paziente. È poi fondamentale adattare il trattamento alle esigenze specifiche di ciascun paziente, tenendo conto del loro stato di salute generale, della presenza di eventuali condizioni preesistenti e della rapidità con cui si verifica il recupero post-operatorio. Infine, è bene specificare che l’affiancamento da parte dei professionisti sanitari consente di apportare eventuali modifiche al programma di riabilitazione in base alla risposta individuale del paziente e di affrontare tempestivamente eventuali complicazioni o disagi durante il percorso di recupero.
Protesi anca movimenti da evitare
Un ultimo monito: quali sono i movimenti da evitare dopo la protesi all’anca? Dopo aver subito l’intervento di protesi all’anca, è di vitale importanza evitare movimenti e attività che possano compromettere la stabilità e l’integrità dell’impianto. Questi includono torsioni eccessive dell’anca, sollevamento di pesi e qualsiasi movimento che possa aumentare il rischio di cadute o lesioni. Ovviamente è fondamentale seguire attentamente le indicazioni fornite dal chirurgo e dal team di riabilitazione per garantire una corretta guarigione e una ripresa ottimale, prevenendo eventuali complicazioni e favorire il ritorno a un pieno e attivo stile di vita.
Per qualsiasi dubbio puoi consultare il nostro sito web e scegliere a quale professionalità affidarti sia per quanto riguarda il percorso chirurgico che quello di riabilitazione post-intervento di protesi all’anca.
Articolo realizzato con il contributo del Dottor Piernicola Dimopoulos.