Prolasso degli Organi Pelvici (POP): cura e trattamento

2024-05-24
Prolasso degli Organi Pelvici (POP): cura e trattamento

Il Prolasso degli Organi Pelvici (POP) rappresenta una patologia emergente che interessa circa il 25% delle donne che hanno partorito, con una percentuale che aumenta al 50% dopo i 50 anni di età. Dati epidemiologici significativi, che stimano inoltre come nel 2050 vi sarà un incremento di tale patologia di ben venti volte rispetto all’incidenza attuale.

Il prolasso interferisce con la funzione della vescica e del retto, comportando spesso incontinenza urinaria da sforzo o da urgenza, ma anche difficoltà alla minzione, infezioni urinarie ricorrenti, e alterazione dell’alvo, come incontinenza fecale, stipsi cronica e sindrome da defecazione ostruita (ODS).

Il trattamento terapeutico più adeguato, in considerazione della scarsa risposta alla terapia farmacologica, alle tecniche riabilitative e soprattutto con l’avvento di tecniche chirurgiche mininvasive, è diventato essenzialmente chirurgico.

Una pratica che Kormed svolge presso la sua struttura Sant’Elena di Quartu Sant’Elena (CA), di cui oggi vogliamo parlarvi grazie al prezioso contributo del Dottor Nardo Tola, Ginecologo e Responsabile Equipe.

Che cos’è il Prolasso degli Organi Pelvici (POP)

Il Prolasso degli Organi Pelvici (POP) è la discesa verso il basso delle pareti vaginali, dell’utero, e spesso anche della vescica e del retto. A seconda dell’entità della discesa dei visceri si distinguono quattro gradi di prolasso:

  1. quando l’organo è stato ancora contenuto nel canale vaginale
  2. quando affiora all’introito vaginale
  3. quando sporge al di fuori dell’introito
  4. quando l’utero assieme alle pareti vaginali, la vescica e il retto protrudono completamente dalla rima vulvare.

Normalmente, i visceri pelvici sono infatti mantenuti nella loro posizione anatomica da due tipi di supporti: un sistema muscolare ed un sistema fasciale, i quali nel corso della vita possono essere alterati da insulti traumatici o per invecchiamento cellulare. Scopriamo come.

Quali sono le cause più comuni del Prolasso?

Le cause più comuni del prolasso sono il parto e la menopausa. Nel parto, durante il periodo espulsivo, la testa fetale nella sua progressione lungo il canale vaginale può produrre delle lesioni sia delle strutture muscolari che fasciali. Nel corso della menopausa, invece, con la cessazione dell’attività funzionale delle ovaie, si verifica una progressiva perdita di fibre collagene ed elastiche. Vanno aggiunti inoltre altri fattori che comportano un aumento cronico della pressione addominale quali l’obesità, la tosse, la stipsi cronica e un’attività lavorativa pesante.

Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi

L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.

Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.

Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.

Trattamento chirurgico del Prolasso degli Organi Pelvici

Lo scopo del trattamento chirurgico del Prolasso degli Organi Pelvici è quello di migliorare la qualità di vita della donna. Gli obiettivi della terapia sono essenzialmente quattro:

  • ricostruire una anatomia normale
  • alleviare la sintomatologia
  • ristabilire un normale funzionalità
  • garantire un risultato duraturo nel tempo

Per la correzione del prolasso, l’intervento tuttora più utilizzato è la Colpoisterectomia con plastica vaginale anteriore e posteriore, cioè l’asportazione dell’utero per via vaginale con rimozione della parete vaginale anteriore e posteriore in eccesso. Tale intervento, tuttavia, spesso non risolve i problemi urinari e di defecazione associati al Prolasso.

La tecnica I-POPS

Lo sviluppo delle tecniche Laparoscopiche ha consentito, rispetto alle soluzioni precedenti, un approccio terapeutico meno invasivo e più rispettoso dell’anatomia e funzionalità degli organi pelvici.

Uno studio accurato della Teoria Integrale di P.Petros ha ispirato negli ultimi 10 anni una evoluzione delle procedure chirurgiche già praticate per tale via (POPS, Sospensione laterale), permettendo di ottenere risultati nettamente migliori rispetto alle tecniche chirurgiche precedenti. Tale procedura è stata standardizzata ed è stata denominata I-POPS (Integral – Pelvic Organ Prolapse Suspension).

La I-POPS consente la correzione integrale del prolasso degli organi pelvici per via Laparoscopica con conservazione dell’utero e la correzione del prolasso della cervice e cupola vaginale, in pazienti precedentemente sottoposte ad isterectomia, costituendo un’alternativa agli interventi di Istero, Cervico e Colposacropessi laparoscopica ritenuti in tutto il mondo il gold standard ma più complessi, lunghi e soggetti a più complicanze rispetto alla I-POPS.

La rete I-POPS, della quale il dottor Nardo Tola detiene il brevetto Italiano ed Europeo, è costituita da monofilamento intrecciato di Polipropilene, che è un materiale sintetico biocompatibile già utilizzato nella chirurgia protesica della parete addominale da decenni. Viene posizionata con tre accessi nella parete addominale di 5 mm e uno di 10 mm, e viene fissata nella sua porzione centrale alla metà superiore della parete vaginale anteriore e all’anello cervicale, canalizzata per via extra peritoneale attraverso lo scavo pelvico e quindi fissata con le braccia laterali alla fascia interna dei muscoli della parete addominale.

La tecnica protesica Laparoscopica I-POPS fornisce ottimi risultati e si presta sia a donne molto giovani che a quelle in età avanzata. Il trauma chirurgico minimo consente una rapida ripresa post-operatoria, senza dimenticare che le recidive del prolasso sono minime e la vagina mantiene la sua abitabilità e funzionalità.

Infine, è bene dire che il problema dell’incontinenza urinaria da sforzo, quando non risolto dalla I-POPS (meno del 10% dei casi), viene trattato con successivo intervento protesico mininvasivo (TOT) che risulta la tecnica che dà il miglior risultato e le minori complicanze.

 

Articolo realizzato con il contributo del Dottor Nardo Tola, Ginecologo.

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