Mal di schiena: quando preoccuparsi?
Cervicale, toracico, lombare; a volte diffuso e altre localizzato; pulsante, acuto o bruciante: il mal di schiena può avere moltissime forme e anche moltissime differenti cause. Di certo è un problema estremamente diffuso, tanto più in presenza di fattori che aumentano lo stress sulla colonna vertebrale e, con esso, il rischio che inizi a dolere. Obesità, gravidanza, o professioni che richiedono di passare molto tempo seduti o il sollevamento di carichi pesanti sono solo alcuni esempi.
Ma quando il mal di schiena dovrebbe essere fonte di preoccupazione?
Quando deve preoccupare il mal di schiena: una premessa
Partiamo da un punto fermo: in presenza di dolore, la raccomandazione è sempre rivolgersi al/la proprio/a medico/a. Solo questa figura può stabilire le possibili cause del mal di schiena, gli esami da fare, il trattamento più idoneo. E se è vero che nella maggior parte dei casi il mal di schiena è temporaneo e benigno, è sempre bene sia un/a medico/a a fare questa valutazione.
In questo articolo diamo quindi solo una panoramica generale, che non può in alcun modo sostituire un parere professionale.
Forte o lieve: le principali cause del mal di schiena
La nostra colonna vertebrale è un capolavoro di architettura biologica, un’asse portante per il corpo caratterizzata tanto dalla robustezza quanto dalla flessibilità. Traumi, posizioni scorrette, malattie possono però danneggiarla, anche indirettamente. In effetti, le principali cause di mal di schiena sono rappresentate da strappi muscolari, lesioni ai tendini o distorsioni dei legamenti: basta un peso sollevato nel modo scorretto o una brutta caduta, e già dopo poche ore il dolore può rendere difficile alzarsi dal letto.
Ci sono poi varie condizioni mediche che possono manifestarsi con il mal di schiena: l’ernia del disco, per esempio, è comune, così come la spondiloartrosi, soprattutto con l’invecchiamento. Ma anche malattie che non coinvolgono direttamente la colonna vertebrale possono manifestarsi con il mal di schiena. È il caso per esempio dei calcoli renali, a volte dell’endometriosi. Si parla, in questi casi, di dolore riferito: in pratica, un dolore che viene percepito in una parte del corpo diversa da quella effettivamente interessata dalla patologia. In altri casi ancora, più rari, infezioni e tumori possono coinvolgere direttamente la colonna vertebrale.
Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi
L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.
Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.
Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.
Mal di schiena, tornare alla prevenzione
Se è vero che il mal di schiena non va sottovalutato e che, nel caso, è sempre meglio un controllo in più di uno in meno, è altrettanto vero che non possiamo dimenticare che esistono molte strategie per prevenirlo. In particolare:
- mantenere un peso nella norma è fondamentale per ridurre lo stress alla schiena e prevenire condizioni dolorose
- l’attività fisica non solo aiuta a mantenersi normopeso, ma alcuni esercizi mirati aiutano a rinforzare i muscoli che supportano la colonna vertebrale. Questo è vero anche in gravidanza (se non ci sono controindicazioni ostetriche), quando il mal di schiena diventa un problema per molte donne: attività a basso impatto, come camminata e nuoto, possono essere di beneficio, anche perché un corpo tonico sostiene meglio i cambiamenti di peso associati alla gestazione
- che ci si muova o si stia a lungo seduti, mantenere una postura corretta è essenziale per ridurre il rischio di mal di schiena: via libera anche a supporti ergonomici che ci aiutano a stare per esempio davanti al computer nel modo più sicuro
- evitare di fumare è di beneficio per tutto l’organismo, ma sapevi che ha anche un effetto sul mal di schiena? Vari studi hanno mostrato che fumare aumenta, per esempio, il rischio di ernia lombare e che aumenta il dolore in varie sedi corporee, ma soprattutto alla schiena. Questo perché danneggia e indebolisce i tessuti della colonna vertebrale, e inoltre causa un’infiammazione sistemica che amplifica la sensazione di dolore.