L’intervento di protesi dell’anca: come si svolge, durata e tempi di riabilitazione
L’intervento di protesi d’anca è una procedura chirurgica che mira ad alleviare il dolore e a ripristinare la funzionalità dell’articolazione, migliorando così la qualità della vita del paziente. Viene generalmente indicato quando il dolore diventa persistente e limita in modo rilevante le attività quotidiane. La causa più comune che rende necessario l’intervento è la coxartrosi, ovvero l’artrosi dell’anca, che provoca il deterioramento della cartilagine articolare. Altre condizioni possono richiedere l’intervento di protesi d’anca, tra cui l’artrite reumatoide, una malattia autoimmune che provoca infiammazione e danni articolari; le fratture dell’anca, soprattutto nei pazienti anziani, quando il trattamento conservativo non è praticabile; oppure ancora la necrosi avascolare, una condizione in cui la riduzione del flusso sanguigno alla testa del femore porta alla morte del tessuto osseo.
La decisione di sottoporsi all’intervento viene presa dopo un’attenta valutazione clinica e solo dopo aver esaurito le opzioni terapeutiche conservative, come l’uso di farmaci antinfiammatori, la fisioterapia e le infiltrazioni. Quando queste soluzioni non sono più efficaci, la protesi d’anca diventa l’alternativa migliore per restituire al paziente mobilità e benessere.
Come prepararsi all’intervento di protesi all’anca
Affrontare un intervento di protesi all’anca può sembrare un passo importante, ma con la giusta preparazione è possibile rendere il percorso più sereno e ottenere risultati ottimali. La parola d’ordine? Arrivare preparati, sia fisicamente che mentalmente.
Tutto inizia con un consulto pre-operatorio, in cui il/la chirurgo/a valuta lo stato di salute generale e discute con il paziente aspettative, benefici e possibili rischi e complicazioni. Tra queste ci sono infezioni, trombosi, emorragie, danni ai vasi sanguigni, lussazione dell’anca e differente lunghezza degli arti. A questo si aggiungono esami diagnostici come analisi del sangue, radiografie o risonanza magnetica, fondamentali per pianificare al meglio l’operazione.
Ma non è solo una questione medica: anche lo stile di vita e l’attività fisica pre-intervento sono molto importanti. Rafforzare la muscolatura è essenziale per affrontare la fase post-operatoria con maggiore facilità: esercizi per i flessori ed estensori del ginocchio, stretching degli arti inferiori e camminate regolari aiutano a mantenere i muscoli tonici e reattivi, senza dimenticarsi degli arti superiori, che saranno sollecitati dall’uso delle stampelle. Attenzione anche alla bilancia: perdere qualche chilo, se necessario, può alleggerire il carico sulle articolazioni e facilitare il recupero. E se siete fumatori, ecco un altro buon motivo per smettere: il fumo può rallentare la guarigione. Infine, non sottovalutate la preparazione dell’ambiente domestico. Al rientro a casa, ogni piccolo accorgimento può fare la differenza: via i tappeti scivolosi, sedie leggermente rialzate per sedersi con più facilità e magari qualche maniglia di supporto nei punti strategici.
Come si svolge l’intervento di protesi all’anca
L’intervento di protesi d’anca, che può essere totale oppure parziale, ha generalmente una durata di 1-2 ore e viene eseguito, a seconda del caso, sotto anestesia generale o spinale. Durante la procedura, il/la chirurgo/a rimuove la parte danneggiata dell’articolazione dell’anca e inserisce la protesi, assicurandosi che sia correttamente posizionata e ben ancorata.
L’intervento può essere svolto con diverse tecniche chirurgiche: con accesso posterolaterale (in cui l’arto viene operato dal retro) o con accesso anteriore (tecnica meno invasiva e con recupero post-intervento migliore). L’intervento può anche essere bilaterale simultaneo, che rende possibile sostituire entrambe le anche nello stesso intervento.
In questo come in altri campi della medicina, poi, l’innovazione tecnologica ha permesso di progredire moltissimo per migliorare l’efficacia degli interventi e renderli al contempo meno invasivi. Ne è un esempio il ROSA Robot Hip di Kormed, un’apparecchiatura di ultima generazione che permette di eseguire l’intervento con una tecnica mininvasiva. Questo approccio non solo riduce il trauma chirurgico, ma accelera anche il recupero post-operatorio, ottimizzando il decorso e riducendo significativamente i tempi di riabilitazione. Il sistema è particolarmente indicato per gli interventi con accesso anteriore mininvasivo, una tecnica che consente di preservare al massimo i tessuti e favorisce una ripresa funzionale rapida. A breve sarà disponibile anche una nuova versione del software che estenderà le sue applicazioni ad altri approcci chirurgici, come l’accesso posterolaterale e l’accesso laterale diretto, rendendo la tecnologia ancora più flessibile e in grado di rispondere alle diverse necessità cliniche.
Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi
L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.
Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.
Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.