Insonnia in gravidanza: le cause e i rimedi per ritrovare il sonno
Le tre del mattino, poi le quattro, le cinque… Nel silenzio rotto solo dal ticchettio della sveglia, ti ritrovi a rigirarti nel letto per l’ennesima volta, senza riuscire ad addormentarti. Domani sarà un’altra giornata da affrontare con la stanchezza che sembra non abbandonarti mai.
Spesso ci troviamo di fronte immagini e racconti di future mamme radiose che sembrano non conoscere problemi. La realtà, però, può essere molto diversa. L’insonnia è una delle sfide più comuni di questo periodo, una compagna indesiderata che visita tantissime future mamme. Per alcune donne si presenta fin dall’inizio della gestazione, ma diventa più comune soprattutto all’avanzare della gravidanza: uno studio stima che possa interessare circa un quarto delle donne nel primo trimestre, percentuale che aumenta nel secondo trimestre e che arriva ad almeno il 40% delle donne nel terzo trimestre di gestazione.
A cosa è dovuta? È possibile risolverla? In questo articolo proviamo a dare qualche risposta.
Perché l’insonnia in gravidanza?
In generale, l’insonnia è un disturbo comune che si può presentare in ogni momento della vita. È però più frequente nelle donne, soprattutto in gravidanza: difficoltà ad addormentarsi, oppure risvegli frequenti durante la notte, o ancora troppo precoci al mattino interessano moltissime future mamme.
Tra gli elementi che possono contribuire all’insonnia in gravidanza, alcuni sono facili da intuire, altri sono più sottili.
Da una parte, infatti, è evidente che l’aumentare del peso del bambino con l’avanzare della gravidanza può rendere più difficile trovare una posizione confortevole per addormentarsi. E magari, quando finalmente ci si riesce, la pressione sulla vescica fa sì che ci debba alzare di nuovo per una visita in bagno. Inoltre, man mano che il bambino cresce e la pancia si fa sempre più grande, è facile trovarsi con le articolazioni doloranti e il fiato corto. E poi, un bambino molto attivo nell’utero può disturbare il sonno anche scalciando e muovendosi, come fa a partire dal secondo trimestre di gestazione: insomma, anche ben prima di iniziare a svegliarsi piangendo!
Altre cause dell’insonnia in gravidanza
Altri fattori che contribuiscono all’insonnia in gravidanza sono meno intuitivi. Per esempio, sapevi che i cambiamenti ormonali possono influire sul sonno? Questo vale in tutta la vita della donna: infatti, alcuni studi evidenziano come proprio gli ormoni femminili, estrogeni e progesterone, possano contribuire ad alterazioni del sonno nei diversi periodi del ciclo mestruale, in menopausa o, appunto, durante la gravidanza. Non sono poi da trascurare i fattori sociali che possono contribuire all’insonnia durante la gravidanza: ansia e stress per il nascituro e per la nuova vita che sta per cominciare possono essere ospiti troppo ingombranti dei pensieri notturni.
A tutti questi elementi si aggiungono alcuni disturbi comuni in gravidanza, come il reflusso gastro-esofageo, i crampi e la sindrome delle gambe senza riposo, una condizione che può emergere durante la gestazione e che, come suggerisce il nome, è caratterizzata dal bisogno di muovere le gambe – un bisogno a volte irrefrenabile e che si manifesta prevalentemente nelle ore notturne.
Possibili conseguenze dell’insonnia in gravidanza
L’insonnia è un disturbo i cui effetti immediati sono di solito la stanchezza durante il giorno, l’irritabilità, i riflessi rallentati. Ma il sonno è un bisogno essenziale e, quando insufficiente, può avere conseguenze anche importanti su tutto l’organismo, che si osservano solo dopo un certo periodo di tempo. Nel caso delle donne incinte, questo significa anche possibili effetti negativi per il feto. Diverse ricerche, infatti, suggeriscono che l’insonnia in gravidanza possa per esempio determinare un maggior rischio di sviluppare diabete gestazionale, eclampsia e preeclampsia, e ancora maggior rischio di parto prematuro, travaglio più lungo e doloroso, ricorso all’intervento cesareo, minor peso del bambino o della bambina alla nascita.
In breve, l’insonnia in gravidanza non può essere liquidata come un semplice disturbo passeggero da sopportare stoicamente: è un problema medico complesso che richiede attenzione, comprensione e, soprattutto, interventi appropriati. Quali?
Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi
L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.
Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.
Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.