Il colpo di calore: cos’è, cosa fare, cosa non fare

2025-06-10
Il colpo di calore: cos’è, cosa fare, cosa non fare

A causa della crisi climatica, le ondate di calore sono sempre più frequenti, più lunghe e più intense. Così, avverte l’Organizzazione mondiale della sanità, sempre più persone sono esposte ai rischi che il caldo può causare alla salute – umana oltre che dell’ambiente. Tra questi c’è il colpo di calore: un’emergenza medica nella quale l’organismo non riesce più ad abbassare la propria temperatura interna, che sale oltre i 40 gradi centigradi mettendo in serio pericolo il cervello e altri organi.

Impariamo allora a riconoscere il colpo di calore, cosa fare se si dovesse verificare e, soprattutto, come si previene.

Cos’è il colpo di calore

Tutti gli animali hanno delle strategie per regolare la propria temperatura interna e mantenerla costante. Noi umani, come molte altre specie, siamo animali endotermi, a volte impropriamente detti “a sangue caldo”: abbiamo cioè un sistema di termoregolazione che mantiene la temperatura stabile (intorno ai 36-37 gradi centigradi) indipendentemente dalla condizioni esterne. Così, se fuori c’è molto freddo, il nostro corpo aumenta il metabolismo per produrre calore, compaiono i brividi, i vasi sanguigni della pelle si restringono per limitare la dispersione di calore. Viceversa, quando la temperatura esterna è alta, iniziamo a sudare (evaporando, il sudore assorbe e dissipa il calore corporeo), i vasi sanguigni della pelle si dilatano, la frequenza respiratoria aumenta per aiutare la dispersione di calore.

A volte, però, le condizioni sono tali da rendere questi meccanismi di termoregolazione insufficienti. In altre parole, il calore supera la capacità del nostro corpo di abbassare la propria temperatura: un’esposizione prolungata a temperature troppo alte, oppure un esercizio fisico svolto in condizioni di umidità e poca ventilazione (che ostacolano l’evaporazione del sudore), ed ecco il colpo di calore. 

Le persone più a rischio sono quelle anziane o molto giovani, ma anche quelle con malattie croniche, per esempio cardiovascolari (come l’insufficienza cardiaca o l’ipertensione), o che assumono farmaci (ma anche droghe d’abuso) che possono influenzare la termoregolazione. Anche la disidratazione, che impedisce al corpo di sudare a sufficienza, ha un ruolo importante nell’influenzare il rischio di un colpo di calore.

I sintomi del colpo di calore e le conseguenze sull’organismo

In queste condizioni, la temperatura interna dell’organismo sale ben più di quanto dovrebbe. Il colpo di calore è di solito improvviso, senza segnali premonitori evidenti, e si manifesta con sintomi vari che possono comprendere per esempio:

  • visione offuscata
  • debolezza
  • confusione mentale
  • convulsioni
  • svenimento e perdita di coscienza
  • abbassamento della pressione (ipotensione)
  • aumento della frequenza cardiaca e respiratoria 
  • cambiamenti nel colore della pelle, che appare arrossata o viceversa pallida
  • nausea e vomito

Il segno, cioè la manifestazione oggettivamente rilevabile, più evidente del colpo di calore è la temperatura corporea, che sale oltre i 40 gradi centigradi. Ed è proprio questa temperatura troppo elevata che causa conseguenze in tutto il corpo: le proteine non riescono più a funzionare correttamente, le cellule muoiono, si verificano danni a organi e tessuti. 

Il cervello, in particolare, è molto sensibile ai cambiamenti di temperatura: per questo, tra le conseguenze più gravi del colpo di calore vi sono i danni cerebrali, ma anche molti altri organi vitali (cuore, reni, fegato, polmoni) possono risultare danneggiati. Inoltre, il sistema di coagulazione del sangue può attivarsi in modo anomalo, portando alla formazione di piccoli trombi o causando emorragie. Mentre la rottura delle cellule muscolari determina il rilascio nel circolo sanguigno di mioglobina, una proteina tossica per i reni, un processo noto come rabdomiolisi. Infine, la combinazione di vasodilatazione, disidratazione e danno cardiaco può portare a un calo della pressione sanguigna e al collasso circolatorio.

Quanto dura un colpo di calore?

La durata del colpo di calore è variabile e influenzata da vari fattori, ma vale la pena osservare che, in linea generale, la fase acuta e più grave può durare da pochi minuti a qualche ora, ma le conseguenze possono essere a lungo termine. Il recupero può richiedere anche settimane, e a seconda dei casi alcuni danni possono essere permanenti.

Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi

L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.

Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.

Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.

Come prevenire il colpo di calore

Sapere come comportarsi in presenza di un colpo di calore è fondamentale, ma meglio sarebbe non trovarsi affatto in questa condizione. Prevenire un colpo di calore, d’altronde, è assolutamente possibile e le strategie sono spesso intuitive. In particolare, è importante:

  • evitare o limitare al massimo l’esposizione al calore, non uscendo nelle ore più calde della giornata né tantomeno scegliendole per fare esercizio fisico; se non è possibile trovare un momento al fresco per fare attività fisica (per esempio le prime ore della giornata), allora è meglio esercitarsi in un luogo dotato di aria condizionata;
  • rinfrescare la casa, dotandola di aria condizionata se necessario, o ventilatori, e avere un “piano d’emergenza” per le giornate più calde, identificando luoghi freschi dove rifugiarsi (fossero anche un centro commerciale)
  • mantenersi idratati, che non è mai una banalità, soprattutto in estate.  

In un’epoca come la nostra, in cui il termometro segna nuovi record ogni estate, conoscere i rischi del colpo di calore non è un’opzione ma una necessità. E mentre sviluppiamo strategie di adattamento collettive – dalle infrastrutture urbane ai protocolli di emergenza – resta fondamentale la responsabilità individuale: ascoltare i segnali del nostro corpo, rispettarne i limiti e adottare comportamenti preventivi. Anche per godere dell’estate senza trasformarla in un pericolo.

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