Esami di routine: la prevenzione è su misura

2025-03-09
Esami di routine: la prevenzione è su misura

Sappiamo tutti quanto sia importante prendersi cura della propria salute. Ma a uno stile di vita sano dobbiamo aggiungere anche esami e check up periodici? Quali e ogni quanto vanno fatti?

La verità è che ogni corpo, ogni persona sono diversi. Età, sesso, storia familiare e personale creano fattori di rischio e di protezione unici, che richiedono quindi un’attenzione personalizzata.

Esami di routine: la parola chiave è consapevolezza

Un’importante premessa quando si parla di esami di routine, quindi, è che in assenza di raccomandazioni istituzionali specifiche non esiste una formula che valga per tutti. In Italia sono attivi diversi programmi di screening, rivolti a specifiche fasce d’età, che hanno un ruolo importante nella prevenzione di alcune patologie: è il caso dello screening per il tumore al seno, per l’HPV, per il tumore al colon-retto. Al di là di questi esami, la decisione su quali test eseguire dovrebbe essere personalizzata in base a fattori individuali come età, sesso, storia clinica e fattori di rischio.

L’associazione Choosing Wisely Italy, che ha come obiettivo il raggiungimento di scelte informate e condivise tra cittadini e professionisti sanitari, ha raccolto tra le sue raccomandazioni quella dell’Associazione Medici per l’Ambiente-ISDE Italia, che comprende al secondo punto il Non prescrivere esami di routine, senza una precisa ipotesi diagnostica. In altre parole, suggerisce di evitare esami che non siano giustificati dall’anamnesi, dalla presenza di fattori di rischio e di elementi riscontrati durante la visita. Le ragioni sono tre e possiamo riassumerle così:

  • ripetere gli stessi esami a ogni persona aumenta il rischio di falsi positivi;
  • ogni esame aumenta il rischio di sovradiagnosi ed eventi avversi, e sono utili quelli che offrono un reale beneficio (anche perché, ricordano, ogni esame inutile può ritardare un esame necessario);
  • gli esami medici hanno anche un impatto ambientale di cui vale la pena tenere conto.

Questo non significa in alcun modo evitare gli esami o i test di routine. Ma significa assumere un’ottica nella quale il dialogo con il/la tuo/a/a medico/a curante ha un ruolo fondamentale, perché permette di stabilire un piano di monitoraggio adeguato alle tue esigenze.  

Che esami fare per sapere se si sta bene? Una mappa di esami utili 

Partendo da queste premesse e ricordando sempre che la decisione dovrebbe essere presa in accordo con il/la medico/a, possiamo comunque delineare alcune linee guida generali per esami che potrebbero essere utili per la maggior parte delle persone. Il primo è la visita medica generale: un check-up annuale con il/la medico/a di famiglia rappresenta il primo livello di prevenzione. La visita è un momento fondamentale per la misurazione di parametri come il peso e la pressione arteriosa che, uniti all’anamnesi e all’eventuale presenza di sintomi o fattori di rischio, danno indicazioni importanti sulla necessità di ulteriori esami di approfondimento. Per esempio, elettrocardiogramma ed ecocardiogramma non sono esami cardiologici di routine, cui ogni persona dovrebbe sottoporsi regolarmente, ma possono essere raccomandati se si sospetta il rischio di disturbi al cuore, oppure per esempio per chi pratica sport agonistici eccetera.

Per gli uomini, la visita medica può comprendere, soprattutto dopo i cinquant’anni e ancor di più in presenza di sintomi o fattori di rischio, il controllo della prostata con un esame rettale; il/la medico/a può eventualmente richiedere esami specialistici, come l’ecografia trans-rettale, per valutare la presenza di disturbi quali l’ipertrofia prostatica benigna.

Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi

L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.

Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.

Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.

Privacy(Obbligatorio)
Newsletter
Comunicazioni commerciali
Profilazione
*i campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori