Come capire se si è intolleranti al glutine

2025-05-24
Come capire se si è intolleranti al glutine

Ti è mai capitato di sentire gonfiore, stanchezza o lo stomaco sottosopra dopo aver mangiato pane, pasta o altri alimenti contenenti glutine? Se la risposta è sì, potresti essere tra le tante persone che manifestano un’intolleranza al glutine.

Il glutine è un complesso di proteine, tra cui glutenine e prolamine, presente in alcuni cereali come frumento, segale, orzo, farro, kamut e seitan. Tra le sue componenti, la gliadina è la principale responsabile delle reazioni immunologiche avverse tipiche della celiachia.

Il termine “intolleranza al glutine”, o più correttamente sensibilità al glutine non celiaca (Non-Celiac Gluten Sensitivity, NCGS), indica una condizione distinta sia dalla celiachia sia dall’allergia al grano. Pur potendo provocare sintomi simili a quelli di queste due patologie, l’intolleranza al glutine si differenzia per le cause, la durata dei sintomi e le conseguenze sull’organismo. È la condizione più recentemente riconosciuta tra le tre, ma sembra anche essere la più diffusa. Nonostante ciò, è ancora poco caratterizzata, a causa della fisiopatologia non del tutto compresa e dell’assenza di marcatori diagnostici specifici.

Ma allora, come capire se si è celiaci, sensibili al glutine o allergici al grano? Scopriamolo insieme.

Che differenza c’è tra celiachia, allergia al grano e intolleranza al glutine?

Celiachia, allergia al grano e intolleranza al glutine sono tre condizioni distinte, spesso confuse tra loro a causa della somiglianza dei sintomi e del coinvolgimento di alimenti contenenti grano o glutine. Tuttavia, le cause, i meccanismi alla base e i trattamenti sono profondamente diversi.

La celiachia è una malattia autoimmune in cui l’assunzione di glutine scatena una risposta del sistema immunitario che provoca un’infiammazione cronica della mucosa dell’intestino tenue. Questa reazione danneggia progressivamente i villi intestinali, compromettendo l’assorbimento dei nutrienti. I sintomi più comuni includono diarrea, gonfiore addominale, perdita di peso, affaticamento e, nei bambini, ritardo nella crescita. A lungo termine, senza un adeguato trattamento, possono insorgere complicanze come anemia e osteoporosi. L’unico trattamento efficace è una dieta rigorosamente priva di glutine per tutta la vita.

L’allergia al grano è una reazione allergica vera e propria, in cui il sistema immunitario identifica alcune proteine del grano (non necessariamente il glutine) come nocive e reagisce immediatamente. I sintomi possono variare da orticaria e gonfiore a difficoltà respiratorie, fino allo shock anafilattico nei casi più gravi. Anche in questo caso è necessario eliminare il grano dalla dieta, ma non sempre è indispensabile evitare altri cereali contenenti glutine, come orzo o segale, a meno che non provochino anch’essi sintomi.

L’intolleranza al glutine non celiaca è una condizione ancora oggetto di studio. Non comporta né una reazione autoimmune né una reazione allergica, ma può causare sintomi simili a quelli della celiachia o dell’allergia al grano. In questo caso, l’esclusione del glutine dalla dieta può portare a un miglioramento dei sintomi, ma non è necessario seguire le stesse restrizioni severe previste per i soggetti celiaci.

Quali sono i sintomi dell’intolleranza al glutine?

L’intolleranza al glutine si manifesta principalmente a livello digestivo. Chi ne soffre riferisce spesso disturbi come diarrea, gonfiore addominale, nausea, gas intestinali e, in alcuni casi, stitichezza. A questi sintomi si accompagna spesso una sensazione di stanchezza persistente, anche in assenza di sforzi particolari. Se questi disturbi si presentano regolarmente dopo i pasti, possono rappresentare un segnale da non ignorare. Tuttavia, alcune persone accusano sintomi meno evidenti, che non sempre vengono collegati immediatamente all’intolleranza al glutine. Tra questi ci sono mal di testa, dolori muscolari o articolari e una sensazione di confusione mentale, comunemente descritta come “mente annebbiata”, che può compromettere la concentrazione e la chiarezza mentale. In certi casi, i dolori addominali diventano più intensi e persistenti, tanto da interferire con le normali attività quotidiane.

La durata e l’intensità dei sintomi variano da persona a persona e dipendono sia dalla quantità di glutine ingerita sia dal livello di sensibilità individuale. In generale, i disturbi possono comparire dopo poche ore dall’assunzione di alimenti contenenti glutine, ma in alcuni casi si manifestano anche a distanza di uno o due giorni.

Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi

L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.

Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.

Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.

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