Alti, bassi, “sballati”: quando preoccuparsi per i valori della tiroide

2025-04-25
Alti, bassi, “sballati”: quando preoccuparsi per i valori della tiroide

Abbiamo da poco spiegato in cosa consistono gli esami per valutare la funzionalità tiroidea. Ora proviamo a scendere più nel dettaglio, andando a vedere quando i risultati possono indicare un problema a questa ghiandola.

Cosa sono i valori della tiroide e perché sono importanti?

Prima di iniziare, dobbiamo brevemente ricapitolare il ruolo della tiroide nell’organismo. Questa piccola ghiandola, situata nella parte anteriore del collo, produce due ormoni: la tiroxina o T4 e la triiodotironina o T3. Il 3 e il 4 accanto alle sigle indicano il numero di atomi di iodio che ciascuna di queste molecole contiene.

Gli ormoni tiroidei servono a regolare il metabolismo basale, cioè tutto quell’insieme di attività biochimiche che consentono all’organismo di svolgere le sue funzioni vitali: respirazione, battito cardiaco, produzione di calore eccetera. In altre parole, questi ormoni permettono al corpo di utilizzare energia e nutrienti per le sue funzioni di base. Poiché gli ormoni tiroidei agiscono su tutto il corpo, le loro eventuali alterazioni hanno ricadute a livello sistemico, cioè che interessano tutti gli organi e apparati.

La funzionalità della tiroide è regolata a sua volta da un’altra ghiandola, l’ipofisi, localizzata nel cranio, tra i due emisferi cerebrali. L’ipofisi produce un particolare ormone, detto tireo-stimolante e indicato dalla sigla TSH, che induce la tiroide a produrre i suoi ormoni. Il meccanismo di controllo è detto a feedback negativo: significa che, se gli ormoni tiroidei sono abbondanti, la produzione di TSH viene inibita, così la tiroide diminuisce la sua produzione ormonale. Viceversa, se gli ormoni tiroidei sono scarsi, l’ipofisi stimola la tiroide a produrne di più.

Questa precisazione è importante, perché alcuni disturbi della tiroide possono essere compresi meglio guardando la produzione ormonale dell’ipofisi, che si “sforza” di far lavorare adeguatamente la tiroide. Inoltre, se la tiroide non funziona in modo adeguato, il problema potrebbe risiedere dell’ipofisi, che non regola più la produzione ormonale come dovrebbe; tuttavia, queste condizioni sono piuttosto rare (la maggior parte dei disturbi tiroidei dipendono dalla tiroide stessa).

Comunque, quando parliamo di valori della tiroide ci riferiamo proprio a queste tre molecole: i due ormoni tiroidei T3 e T4 e l’ormone TSH.

Quali sono i valori normali della tiroide?

I livelli degli ormoni tiroidei e del TSH possono variare in base a diversi fattori. Inoltre, è importante ricordare che i diversi laboratori possono usare unità di misura e valori leggermente differenti l’uno dall’altro. Per tutte queste ragioni, il confronto con il/la tuo/a medico/a è sempre essenziale per interpretare i risultati degli esami in modo corretto.

In linea di massima, comunque, l’esame considerato più sensibile e specifico per la funzionalità della tiroide è quello del TSH, i cui valori possono variare in base a diversi fattori, tra cui per esempio l’età (i livelli dell’ormone tendono ad aumentare con gli anni), sesso e la presenza di gravidanza. In genere, e sempre con l’accortezza delle differenze legate ai singoli laboratori, i valori normali sono di solito indicati come tra 0,5 e 5 mU/l (milliunità per litro di sangue). 

Il secondo principale parametro indagato per valutare la funzionalità tiroidea è il livello di ormone tiroxina o T4, quello prodotto dalla tiroide in quantità più abbondanti. Più precisamente, si valuta la tiroxina libera, indicata come FT4, cioè la quantità di ormone liberamente circolante nel sangue. Anche in questo caso, i valori possono variare in base ad alcuni fattori personali, alle differenti unità di misura utilizzate e al laboratorio che esegue l’esame (perché le differenze di strumentazione e gli standard specifici possono far variare il range di riferimento). 

Gli esami del sangue per la tiroide possono inoltre comprendere indagini sui livelli della T4 totale e sui livelli di T3 libera (FT3).

Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi

L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.

Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.

Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.

Quando preoccuparsi per i valori della tiroide? L’importanza di una corretta interpretazione

È importante sottolineare, ancora una volta, che la corretta interpretazione dei risultati richiede il confronto con il/la medico/a, anche per evitare ansie e preoccupazioni che possono essere immotivate. Per esempio, può avvenire che un dato non possa essere rilevato correttamente e che sia necessario ripetere i test. Possono anche verificarsi situazioni più complesse di quelle che abbiamo illustrato. Un esempio è un valore zero di TSH (indicato di solito come “non rilevabile”), una condizione che in genere può avere due principali spiegazioni:

  • se associato a valori elevati di T4, potrebbe indicare una condizione di ipertiroidismo;
  • se associato a valori bassi di T4, potrebbe indicare un problema all’ipofisi (a causa del quale la tiroide non riesce a funzionare correttamente).

Ma, come evidenzia uno studio dell’American Thyroid Association, il “valore zero” di TSH potrebbe anche dipendere da situazioni più specifiche e meno comuni. Alcune persone, per esempio, potrebbero produrre una forma particolare di TSH che, pur essendo perfettamente funzionante, non può essere rilevata con i metodi di analisi comunemente impiegati. 

Insomma, come abbiamo visto, l’interpretazione dei valori tiroidei richiede competenza ed esperienza per non incorrere in diagnosi affrettate o trattamenti inadeguati. Per approfondimenti, valutazioni specialistiche o controlli periodici, è possibile prenotare una visita endocrinologica presso le strutture Kormed, dove i nostri specialisti sono a disposizione per fornire le cure più appropriate alle esigenze di ciascun paziente.

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