Esame del psa: tutto quello che c’è da sapere

2025-11-02
Esame del psa: tutto quello che c’è da sapere

Antigene prostatico specifico, più noto con la sigla PSA (Prostatic-Specific Antigen): una molecola dal ruolo chiave nella fertilità maschile, ma che molte persone conoscono soprattutto in riferimento all’esame specifico che ne valuta i livelli nel sangue.

Per molti uomini (e in generale per le persone con la prostata), infatti, soprattutto con l’avanzare degli anni, l’esame del PSA può diventare familiare. Ma perché? In cosa consiste e, soprattutto, a cosa serve? 

In questo articolo facciamo una panoramica dell’esame del PSA, riportandone gli aspetti più importanti da conoscere.

 

Cos’è l’esame del PSA

Il PSA è una molecola prodotta quasi esclusivamente dalle cellule epiteliali della prostata e che, dal punto di vista biologico, permette di rendere più fluido lo sperma, favorendo la motilità degli spermatozoi. Si trova quindi principalmente nel liquido seminale: una piccola quantità, però, passa anche nel sangue. Ed è proprio da questo tessuto che se ne possono valutare i livelli. Obiettivo: capire se vi possono essere alterazioni della prostata.

I livelli di PSA, infatti, possono aumentare in presenza di condizioni come infiammazioni, tumori o altre forme di alterazioni, come l’ipertrofia prostatica (quella a volte indicata con il più familiare appellativo di “prostata ingrossata”). Letta in altri termini, questa considerazione significa che il PSA è un sì un marker specifico per la salute della prostata, ma non per il cancro: i suoi livelli possono aumentare per molte altre ragioni, anche benigne.

 

Perché fare l’esame del PSA

È proprio per questa ragione che l’esame del PSA, pur rappresentando un test fondamentale in molti contesti, non è usato per lo screening di popolazione del tumore alla prostata. Il rischio, infatti, è che dia dei falsi positivi (individuando livelli alterati che non dipendono dal cancro), e anche quello di sovradiagnosi (la diagnosi di tumori clinicamente irrilevanti), con le conseguenti preoccupazioni e i trattamenti non necessari che portano con sé.

Attenzione, perché questo non significa affatto che l’esame del PSA sia inutile; anzi, è prezioso in molti contesti. Per esempio, aiuta a dirigere il trattamento dell’ipertrofia prostatica, perché livelli aumentati di PSA sono considerati predittori della crescita della ghiandola. Può anche essere utile, in alcuni casi, per monitorare i casi di prostatite. E non da ultimo può, sempre in alcuni casi, essere importante nell’ambito della diagnosi precoce del tumore alla prostata.

Quest’ultimo non è un controsenso. Se infatti è vero che l’esame del PSA non è raccomandato come screening di popolazione, può rimanere raccomandato per le persone a rischio elevato – e chiaramente informate sul suo significato. Al riguardo sono molto chiare le linee guida della European Association of Urology, aggiornate nel 2025: la scelta di eseguire l’esame del PSA deve essere condivisa da medico/a e paziente, che deve essere consapevole del significato del test; l’approccio raccomandato è quello “in base al rischio”, cioè sulla base di specifici fattori di rischio (per esempio la presenza di mutazioni BRCA) e sull’aspettativa di vita, che aiutano a orientare anche l’età cui è utile eseguirlo e ogni quanto ripeterlo. 

In questo contesto vale la pena sottolineare che nel 2022 l’Unione europea ha pubblicato delle raccomandazioni invitando gli Stati membri a valutare programmi organizzati e pilota per la diagnosi precoce del tumore della prostata basati sull’esame del PSA con risonanza magnetica come secondo livello (quindi comunque non come screening indiscriminato).

 

Endometriosi, uno sguardo oltre la diagnosi

L’endometriosi può avere un impatto profondo nella vita delle donne con questa patologia, coinvolgendo diversi aspetti della salute fisica, mentale e sociale. Può influenzare non solo la possibilità di avere figli, con il possibile stress emotivo che comporta in chi li desidera, ma anche la vita quotidiana. Il dolore, che sia cronico o presente solo in determinate situazioni, può compromettere la capacità di lavorare e studiare; può anche influenzare la vita di coppia.

Inoltre, l’infiammazione cronica e le eventuali perdite di sangue abbondanti possono contribuire a una sensazione costante di stanchezza e affaticamento; l’anemia da carenza di ferro, comune nelle persone con mestruazioni abbondanti, può aggravare questo senso di spossatezza, riducendo energia e concentrazione.

Tutti questi elementi influenzano facilmente il benessere mentale: dolore e affaticamento facilitano l’isolamento sociale e, più in generale, affrontare una malattia cronica e spesso sottovalutata può portare ad ansia e depressione, specialmente se i sintomi vengono ignorati o minimizzati da medici o persone vicine. Insomma, l’endometriosi non è solo un problema ginecologico ma una malattia con un impatto complesso e a volte sottovalutato sulla qualità della vita delle donne: va affrontata con il giusto supporto medico e sociale. Ricorda che le strutture Kormed sono sempre a disposizione per fornire un inquadramento diagnostico e terapeutico professionale e affidabile.

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