Cardiopatia ischemica

Scopri cos’è la cardiopatia ischemica: quali conseguenze può portare, quali sono le cause, i sintomi e i trattamenti disponibili
Redazione Kormed

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
15 Gennaio 2025

    La cardiopatia ischemica è una condizione nella quale il cuore non riceve sufficiente apporto di ossigeno e nutrienti rispetto alle sue necessità metaboliche. Può portare a due conseguenze: l’angina e l’infarto cardiaco

    Il cuore è costituito da diversi tipi di tessuto, tra cui il miocardio: si tratta di tessuto muscolare che, contraendosi in modo autonomo, svolge il ruolo fondamentale di consentire il battito cardiaco, assicurando sangue ossigenato a tutto l’organismo. Come le altre cellule, però, anche quelle del miocardio hanno bisogno di ossigeno e nutrienti per poter svolgere la propria attività; questi sono forniti dal sangue, che arriva al cuore attraverso le arterie coronarie principali, destra e sinistra, che si dividono in vasi via via più piccoli per irrorare l’intero organo. Se però l’afflusso di sangue è limitato (o del tutto impedito), si verifica la cardiopatia ischemica, che può essere cronica, cioè caratterizzata da condizioni cliniche stabili (si parla più precisamente di sindromi coronariche croniche), oppure acuta, cioè con insorgenza improvvisa (sindromi coronariche acute).

    La cardiopatia ischemica è una delle condizioni patologiche cardiache più frequenti in Italia ed è anche tra le principali cause di morte. 

    Quali sono le cause della cardiopatia ischemica?

    La causa più comune di cardiopatia ischemica è il restringimento delle arterie coronarie dovuto all’aterosclerosi, una condizione nella quale all’interno delle arterie si formano placche (dette ateromi) di lipidi, colesterolo e altre sostanze. Questa condizione può ostacolare il flusso di sangue non solo nell’arteria dove si sono formate le placche, ma anche in arterie differenti. Infatti, l’ateroma può determinare la formazione di trombi, cioè coaguli di sangue interni all’arteria che la ostruiscono, ma che possono anche staccarsi e dare origine a emboli, frammenti che, spostandosi nel torrente circolatorio, occludono un’arteria differente da quella in cui si è sviluppato il trombo.

    In casi più rari, la cardiopatia ischemica può essere causata da uno spasmo coronarico, una contrazione transitoria di una coronaria (come le altre arterie, infatti, anche le coronarie sono dotate di muscoli che permettono di regolarne il diametro). Contraendosi, l’arteria restringe il proprio lume, cioè il diametro interno, ostacolando l’afflusso di sangue al cuore. Pur essendo un fenomeno temporaneo e di solito di breve durata, anche lo spasmo coronarico può portare ad angina (più precisamente, in questo caso si parla di angina vasospastica) e a infarto cardiaco.

    Infine, sempre in casi rari, la cardiopatia ischemica può essere causata dalla dissezione di una coronaria, ossia la separazione della parete di una di queste arterie che crea uno spazio nel quale il sangue resta intrappolato senza poter raggiungere il cuore.

    Sono noti diversi fattori di rischio per la cardiopatia ischemica, i principali dei quali sono:

    • ipertensione;
    • ipercolesterolemia;
    • diabete;
    • obesità;
    • fumo di tabacco;
    • familiarità (le persone che hanno parenti con cardiopatia ischemica hanno maggiori probabilità di sviluppare a loro volta la condizione).
    • uso di sostanze come cocaina e anfetamine.

    Vale la pena precisare che questi fattori corrispondono a quelli che aumentano il rischio di aterosclerosi, principale causa di cardiopatia ischemica, e di spasmo coronarico.

    Quali sono i sintomi della cardiopatia ischemica?

    La cardiopatia ischemica è in molti casi silente: significa che rimane asintomatica finché non determina l’angina o l’infarto cardiaco. Quest’ultimo è un’emergenza medica che dev’essere trattata in modo tempestivo, che si presenta di solito in associazione a sintomi quali nausea, sudore freddo, debolezza, mancanza di fiato, vertigini e dolore che può interessare braccia, spalle, collo o stomaco. La cardiopatia ischemica può anche manifestarsi come angina, un dolore o un senso di oppressione al petto, che può essere associata anche all’infarto cardiaco ma che, a differenza di quest’ultimo, non causa un danno permanente al cuore, cioè non causa la morte delle cellule del miocardio, ma rappresenta un segnale del ridotto afflusso di sangue. L’angina si presenta con maggiori probabilità quando il cuore ha più bisogno di ossigeno, cioè quando la sua richiesta energetica aumenta: per esempio quando si svolge attività fisica, è freddo, oppure si è stressati o eccitati. Nei casi più gravi, però, si presenta per ogni forma di sforzo, anche il più blando, e anche a riposo. 

    È importante ribadire la frequente asintomaticità della cardiopatia ischemica: per questa ragione, è importante sottoporsi regolarmente a controlli medici che permettano di valutare la salute del proprio sistema cardiocircolatorio e prevenire le complicanze più gravi.

    Come si arriva alla diagnosi di cardiopatia ischemica?

    La diagnosi di cardiopatia ischemica richiede innanzitutto una valutazione, da parte del/la medico/a, dei fattori di rischio, eventualmente anche con esami per verificare per esempio la presenza di ipertensione o di diabete. Sono quindi necessari esami specifici per indagare le condizioni di cuore e arterie: gli esami del sangue possono evidenziare la presenza di proteine ed enzimi indici di un danno cardiaco, mentre diversi esami strumentali permettono di valutare il battito e vedere eventuali restringimenti delle coronarie. Tra gli esami più comunemente impiegati per la diagnosi di cardiopatia ischemica vi sono:

    • elettrocardiogramma (ECG), che consente di tracciare l’attività elettrica del cuore per evidenziarne eventuali alterazioni;
    • ecocardiogramma, un’ecografia che permette di osservare le strutture del cuore e valutarne forma, dimensioni e movimento
    • holter ECG cardiaco, che consiste nella registrazione dell’elettrocardiogramma in modo continuo (per uno o due giorni), grazie a uno strumento portatile, così da individuare alterazioni che si verificano in modo intermittente;
    • stress test, un esame nel quale battito cardiaco e attività elettrica del cuore, livelli di ossigeno e pressione arteriosa sono valutati dopo un’attività fisica intensa (per esempio usando una cyclette o un tapis roulant);
    • angiografia coronarica (o coronarografia), basata sull’iniezione di un mezzo di contrasto nelle arterie coronarie, attraverso un catetere, così da analizzare il flusso di sangue al loro interno;
    • coronarografia con tomografia computerizzata (TC), che permette sia l’evidenziazione della presenza di ateromi sia la valutazione del Calcium Score Index, un indice della quantità calcio nelle pareti delle coronarie che è associato al rischio d’infarto;
    • tomografia a emissione di positroni (PET) e risonanza magnetica che, come la TC, sono esami di imaging e possono aiutare a valutare il flusso sanguigno nelle coronarie.

    Come si previene la cardiopatia ischemica?

    La prevenzione della cardiopatia ischemica si basa essenzialmente su uno stile di vita sano: non fumare, seguire una dieta equilibrata con dosi adeguate di grassi, zuccheri e colesterolo, ed eseguire attività fisica in modo regolare sono i tre principi cardine della prevenzione della cardiopatia ischemica. Queste strategie consentono di mantenere il proprio peso nella norma, tutelando il benessere del sistema cardiocircolatorio e prevenendo molti dei fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare patologie e condizioni a loro volta associate a una maggior probabilità di sviluppare cardiopatia ischemica (quale l’aterosclerosi, principale causa della condizione, ma anche ipertensione, diabete e obesità, tutti associati a maggiori rischi per il cuore e per i vasi sanguigni). In generale, inoltre, per chi ha già una di queste condizioni, è fondamentale seguire le indicazioni di trattamento del/la medico/a.

    Qual è il trattamento della cardiopatia ischemica?

    Il trattamento della cardiopatia ischemica dipende dalla causa e dalla gravità della condizione, che può rappresentare un’emergenza medica da trattare in modo tempestivo. In linea generale, comunque, ha l’obiettivo di migliorare o ripristinare il flusso di sangue che arriva al cuore, limitando il rischio d’infarto e controllando i sintomi dell’angina. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, tra i farmaci più utilizzati in caso di cardiopatia ischemica vi sono:

    • aspirina, che riduce il rischio di trombosi;
    • statine, che abbassano i livelli di colesterolo (in particolare le Low Density Lipoprotein, LDL, che trasportano il colesterolo alle cellule dei diversi tessuti) riducendone l’accumulo nelle placche aterosclerotiche;
    • ACE inibitori oppure sartani, due classi di farmaci che riducono la pressione arteriosa;
    • beta-bloccanti oppure calcio-antagonisti, che aiutano a ridurre la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa;
    • ranolazina, un altro farmaco usato per il trattamento dell’angina.

    In alcuni casi può essere necessario un intervento chirurgico per ripristinare il flusso sanguigno al cuore. Il bypass coronarico è uno degli interventi più impiegati: consiste nella creazione di una nuova via per il sangue, così da evitare l’arteria ostruita, usando un vaso sanguigno prelevato da un’altra zona del corpo. Un altro intervento spesso impiegato in caso di cardiopatia ischemica è l’angioplastica coronarica, nella quale si inserisce un palloncino all’interno dell’arteria, così da allargarla e consentire il passaggio del sangue; in genere a questo intervento è associato l’inserimento di uno stent, una piccola rete metallica che permette di mantenere aperto il vaso.

    Indipendentemente dal tipo di trattamento, è importante evidenziare che per la gestione della cardiopatia ischemica e la riduzione del rischio d’infarto cardiaco rimane fondamentale l’adozione di uno stile di vita sano, caratterizzato dall’astensione dal fumo, una dieta equilibrata, una regolare attività fisica e il mantenimento del peso corporeo nella norma. 

    Cleveland Clinic, Coronary spasm, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/16900-coronary-spasm

    Cleveland Clinic, Myiocardial ischemia, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/17848-myocardial-ischemia

    Cleveland Clinic, Vasospasm, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/24825-vasospasm

    Crea F, Lanza GA. Cardiopatia ischemica, Aterosclerosi, Numero monografico, Giornale Italiano dell’Arteriosclerosi, 12 (1), 162-170 (2021) http://www.sisa.it/upload/GIA_2021_n1_22.pdf

    Mayo Clinic, Miocardia ischemia, https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/myocardial-ischemia/diagnosis-treatment/drc-20375422

    National Heart, Lung, and Blood Institute, NHI, What is coronary heart disease?, https://www.nhlbi.nih.gov/health/coronary-heart-disease

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